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giovedì 19 luglio 2012

ALTAROMA A/I 2012-2013- Gianni Molaro, la donna-pesce come fuga dalla realtà


"La moda deforma."
 (Davide Rondoni)

 Gianni Molaro choc. Sfilata surrealista all'Ambasciata di Turchia.

Lo stilista partenopeo non ha deluso le aspettative, regalando ad Altaroma una sfilata choc. Sulla scia del surrealismo: se per Dalì e la Schiaparelli galeotta fu l'aragosta, Molaro punta sulla donna squalo. Da sirena a riccio, da delfino a granchio. Ovunque branchie, pinne, conchiglie, aculei ed, ancora, velieri portati a spalla. Una collezione eccessiva, forte, scenografica e con un retrogusto filosofico che la mente sensibile e geniale dello stilista usa come leitmotiv. Il couturier, che nell'edizione invernale di Altaroma rappresentò la crisi, tema caldo del momento, stavolta pare voglia suggerire una fuga dalla realtà opprimente. Non eccesso gratuito, ma moda come specchio dei tempi. Fuga adamitica da una realtà difficile. L'esclusiva location dell'Ambasciata di Turchia, trasformata in una sorta di acquario vivente, ha visto sfilare abiti in perfetto stile Molaro, bizzarri ed eccentrici, ma che catturano l'attenzione e- ça va sans dire- non corrono certo il rischio di passare inosservati! Dimentichiamoci il caro vecchio "less is more".
Non Haute, ma Art Couture -così è stata infatti definita l'alta moda di Molaro, artista a trecentosessanta gradi.
Capi quasi pittorici, a partire dal make up, teatrale, super espressivo. Ovunque, corsetti, guanti e tagli a sirena, trasparenze, paillettes e giochi di seta plissettata, organza e crinoline. Lavorazioni artigianali d'altissimo livello, palette che ricorda i colori del mare, dai toni del blu, le sfumature di giallo, i riflessi corallo. Colori cangianti come le pinne dei pesci, o i fondali marini. Una collezione unica ed inimitabile, che mostra sapiente maestria anche nell'usare l'eccesso, pur di restare fedele alla propria ispirazione. Uno spirito naif e un talento particolarissimo nello scenario della moda romana.
Eccentrico il make up, con pesciolini applicati ai lati della bocca

"Fashion is primitive in its insistence on exhibitionism, which withers in isolation. The catwalk fashion show with its incandescent hype is its apotheosis. A ritualized gathering of connoiseurs and the spoilt at a spotlit parade of snazzy pulchritude, it is an industrialized version of the pagan festivals of renewal. At the end of each seasonal display, a priesthood is enjoined to carry news of the omens to the masses"
(Stephen Bayley)

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