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martedì 9 agosto 2011

La bellezza è un diritto

"Che cos'è la bellezza? Una convenzione, una moneta che ha corso solo in un dato tempo e un dato luogo". (Henrik Ibsen)

Definire ciò che ci appare bello è impresa ardua se non impossibile.
La bellezza è, infatti, l'Indefinibile per eccellenza, e, come tale, non sottende ad alcuna regola, o, meglio, le regole che tentano di definirla e 'regolarizzarla', mutano continuamente.
Ogni epoca ci ha lasciato in eredità, visibili nei suoi prodotti artistici, dalla pittura alla scultura, e, non ultima, la moda, un proprio modello di bellezza, sempre diverso, e che, verosimilmente, aveva tra i contemporanei estimatori e detrattori, e donne pronte a tutto pur di conformarvisi il più possibile.
Quale insostenibile senso di frustrazione deve aver provato una donna sottile di fronte alla Venere di Milo, o a tutte le callipigie figure dell'arte classica!
Ma, a parte la storia, e le diverse epoche artistiche, la stessa variabilità nel tentativo di definire la bellezza la si trova osservando le diverse identità culturali, per cui, allo stesso modo, diverse saranno la donna mediterranea e la nordica, ed ognuna avrà pari dignità seppur nella diversa, opposta bellezza.

Eppure certi canoni risultano universali, e non sono lontani dagli esempi fatti poc'anzi, tratti dall'arte greca. Le fatidiche misure perfette (90-60-90) ne sono l'esempio più lampante, ma guai a prenderle alla lettera!
Quel che, da sempre, è stato sinonimo di bellezza femminile -possiamo azzardarci qui a definirla 'universale'- è un corpo armonioso, sano, che, soprattutto, rende la donna differente dall'uomo.
Quindi, una forma, aldilà dei 'numeri', a clessidra, un punto vita più stretto, e poi una vistosa differenza tra questo e la circonferenza dei fianchi. Motivi che stanno alla base di questo sono anche di natura genetica (la donna è madre), nonchè medica (oggi si stima che le donne non debbano superare gli 80 cm di circonferenza vita, per non incorrere, in età adulta, in problemi di natura metabolica e cardiaca), ma, come dicevo, anche se non si hanno i famigerati 60 cm di vitino di vespa, non disperate!
Ciò che conta davvero è, insomma, l'armonia. Bellezza è infatti quella visione armonica d'insieme, che rende piacevole alla vista un individuo, e non un volerlo spezzettare nelle singole parti, alla ricerca di un fantomatico ed univoco ideale di 'perfezione'.

La moda, così come il cinema, arti visive nuove e di pari dignità rispetto alla pittura e alla scultura, sono state più volte determinanti nel creare e imporre alle masse nuovi ideali di bellezza.
Prima, l'eterea e sottile Twiggy, uno scricciolo a cui Mary Quant affidò il ruolo di 'testimonial' ante litteram del nuovo capo, da lei ideato, la minigonna.
Twiggy
Dalla Swinging London alla Prussia, poi, dove celebre divenne la mastodontica Veruschka, la prima vera supermodella, altissima, svettante, con misure perfette in un corpo statuario.
Veruschka
Per arrivare alle 'top' anni '80, sane quando non robuste ragazze, dai volti dotati di una luminosità mai più raggiunta, e dai fisici non magri, ma snelli, atletici, e tonici (non a caso, si verifica allora, ad esempio con Cindy Crawford, un vero boom dell'aerobica, che aveva già trovato in Jane Fonda, prima, e Barbara Bouchet, dopo, valide testimonial).
Infine, la svolta a noi più recente. Anni '90. Anche qui rivoluzione made in UK: una sottilissima ragazza, diversa in tutto dalle già citate regine delle passerelle del decennio precedente, delle quali non ha nè l'altezza, nè la muscolatura. Un personaggio, una Musa, per tanti, a cominciare da Mario Testino, fedele a lei negli anni, duo che ha realizzato alcuni tra i più celebri scatti degli ultimi tempi.
Kate Moss in uno scatto di Mario Testino

La rivoluzione Kate (antesignana di un nuovo modello di bellezza da passerella) sconvolse il panorama del tempo. Ora si richiedono alle mannequins non più caratteri da donna, ma requisiti da adolescente, seno appena accennato, fianchi stretti, viene, insomma, accantonata definitivamente la-certamente più 'sexy'- tipologia della ragazzotta americana tutta sport e cheeseburgers.
Anche nel cinema, si assiste a un lento ma significativo cambiamento: si passa infatti dalle maggiorate anni '50 a ragazze dai fisici molto meno sinuosi, più snelle, a cominciare da BB.
Brigitte Bardot

Questo, almeno, sembrerebbe il percorso fatto dalla bellezza.
Poi, recentemente, cade un tabù, e si denunciano tanti episodi di anoressia, dalle giovanissime alle signore più attempate. Certo, malattia che ha nella magrezza la parte più evidente. Malattia per la quale vengono imputate le modelle-grissino delle ultime sfilate, da dieci anni a questa parte. Ma questo presunto spirito di emulazione è solo la punta di un iceberg di problematiche che non possono trovare certamente le passerelle ree di aver creato questa patologia. Ora, di nuovo una svolta, di buon auspicio per coloro che pensano il contrario: nuove modelle, in carne, molto in carne, beatamente strafottenti, e che a mio modesto avviso hanno stravinto sulle colleghe taglia 36.
Modelle 'curvy' per Vogue Italia- Giugno 2011

Per la serie... Che sia bellezza, ma a modo nostro, just the way we like it (and we like ourselves)!

Ergo, la bellezza è un diritto, oggi assolutamente e democraticamente di TUTTE: magrissime, esili, muscolose, oppure in carne, giunoniche, abbondanti, tutte abbiamo il diritto di piacerci, così come siamo. Basta camicioni informi che mortificano il corpo femminile, basta, soprattutto, complessi. Puntare su un viso dalla pelle luminosa, su labbra turgide e seni pieni, è quel che una non magra come la cantante Adele, ha fatto, sottolineando a volte anche il 'temibile' girovita. Look vincente, tanta giovialità, trasmette allegria e canta da Dio.
Adele

Al diavolo la bilancia, bellezza è diversità (e se lo diceva lui....!) ...

..... "Ci sono tanti tipi di bellezza quanti sono i modi abituali di cercare la felicità"
       (Charles Baudelaire)

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